venerdì 25 novembre 2011

Odore della pelle: come renderlo gradevole

L’odore del corpo deriva da un processo del tutto naturale che vede protagonista il sudore, un liquido composto da acqua e sostanze grasse, che riveste l’intera superficie della pelle.

Il sudore di per sé è inodore, ciò che può conferirgli un odore sgradevole è l’azione dei batteri che normalmente vivono sulla pelle e che si nutrono del sudore lasciato sull’epidermide per troppo tempo. L’azione dei batteri favorisce la produzione di sostanze chimiche che sono responsabili del cattivo odore.

In alcune zone del corpo i batteri proliferano maggiormente: ad esempio sotto le ascelle o nella zona genitale le ghiandole producono un sudore più ricco di proteine e sostanze grasse di cui i batteri si nutrono, così come i piedi hanno un odore decisamente caratteristico accentuato dal fatto che chiudiamo i piedi in calzini e scarpe creando un ambiente umido e caldo, perfetto per la proliferazione di batteri e funghi.

In altre zone del corpo, come le mani o le braccia, il sudore è più acquoso e non è nutriente per i batteri come lo è quello che ristagna in altre zone del corpo e quindi i batteri non proliferano facilmente.

Il sudore e l’odore della pelle sono elementi del tutto personali e soggettivi. Sono come unbiglietto da visita personale che, a volte, ci precede ancora prima di avvicinarci a qualcuno. L’odore ha importanti ripercussioni sulla nostra vita sociale e personale, grazie all’odore si scelgono amici e la passione sessuale ne è fortemente condizionata.

L’odore è influenzato anche dalla dieta (ad esempio alcune spezie come il curry o l’agliopossono modificare l’odore personale) e dalle condizioni ambientali: quando fa caldo si suda di più ed è più facile che il sudore ristagni sulla pelle. Una doccia può ridare un profumo fresco alla pelle ma se si indossano abiti già ricoperti di sudore e batteri l’odore sgradevole si ripresenta ben presto.

Il problema è particolarmente sentito dai teenager: se nei bambini, infatti, le ghiandole sudoripare poste sotto le ascelle e nella zona genitale non sono ancora attive, nella pubertà la stimolazione degli ormoni fa aumentare sensibilmente la produzione di sostanze grasse e l’odore può diventare un problema, soprattutto se l’igiene personale è scarsa.

Ma come possiamo avere sempre un odore fresco e piacevole? La regola numero uno è senza dubbio quella di avere grande cura della propria igiene personale: almeno una doccia al giorno è d’obbligo. Negli adolescenti e nelle persone che soffrono di eccessiva sudorazione l’utilizzo di antitraspiranti può essere utile.

Inoltre è importante indossare abiti freschi e puliti ogni giorno e bisogna usare una particolare accortezza nella fase di asciugatura dei vestiti: se si impiega troppo tempo, infatti, i batteri sopravvivono all’ambiente umido e producono un odore caratteristico.

I piedi vanno lavati regolarmente e se necessario vanno trattati con una polvere antifungina, è bene indossare sempre calzini puliti ed evitare il più possibile scarpe strette e chiuse

mercoledì 26 ottobre 2011

A rischio i nati da mamme esposte a bisfenolo A

I nascituri le cui madri sono state esposte ad alcune materie plastiche e adesive hanno mostrato problemi comportamentali. Soprattutto se femmine.

Un team della Harvard School of Public Health ha analizzato gli effetti dell'esposizione alla sostanza chimica bisfenolo A di bimbi mentre erano nel grembo materno, rilevando problemi come ansia, depressione e iperattività in coloro le cui madri avevano alti livelli della sostanza chimica nelle urine durante la gravidanza rispetto a quelli le cui mamme avevano bassi livelli di BPA.

La ricerca è stata pubblicata sul numero odierno di Pediatrics. "Questo modello è stato più pronunciato per le ragazze - si legge nello studio - il che suggerisce che potrebbero essere più vulnerabili all'esposizione gestazionale al BPA rispetto ai ragazzi".

Il BPA è utilizzato nella fabbricazione di materie plastiche e negli adesivi, e puo essere trovato nel rivestimento di cibi in scatola, di alcune bottiglie di plastica, di alcuni tipi di contenitori, di scontrini e di alcuni tipi di otturazioni dentali. L'analisi è stata effettuata utilizzando i dati di 244 madri e dei loro bambini analizzati fino all'età di tre anni, tutti della zona di Cincinnati, Ohio.

I campioni di urina delle madri sono stati testati durante la gravidanza a 16 e 26 settimane, e poi di nuovo alla nascita. Le urine dei bambini sono state testate all'età di uno, due e tre anni. Il BPA è stato trovato nell'85 per cento delle urine delle madri e nel 96 per cento dei campioni dei bambini.

A maggiori livelli di BPA nell'età gestazionale sono state associate più alte probabilità delle figlie di trovarsi in difficoltà comportamentali all'età di tre anni. La stessa correlazione non è stata riscontrata nei bimbi maschi, nè è emerso alcun legame apparente tra il comportamento e i livelli di BPA nelle urine dei bambini.

"Nessuno dei bambini aveva un comportamento clinicamente anormale, ma alcuni bambini avevano problemi di comportamento più di altri", ha detto l'autore Joe Braun, ricercatore in salute ambientale presso la Harvard School of Public Health. Lo studio ha riportato che "l'aumento delle concentrazioni di BPA gestazionale sono risultate associate a un comportamento più iperattivo, aggressivo, ansioso e talvolta contrassegnato dadepressione, basso controllo emotivo e inibizione nelle ragazze".

La ricerca rinforza altri studi precedenti che hanno suggerito un legame tra l'esposizione al BPA nel grembo materno e alcuni disturbi del comportamento infantile, ma è la prima a dimostrare che l'esposizione in utero è la finestra critica del verificarsi di questi effetti. Tuttavia, a causa delle piccole dimensioni del campione, gli autori dello studio - che comprendeva anche alcuni scienziati del Cincinnati Children's Hospital and Medical Center e della Simon Fraser University in Vancouver, British Columbia - hanno sottolineato la necessità di ulteriori ricerche.

"C'è un considerevole dibattito relativo alla tossicità dell'esposizione al BPA, e i risultati qui presentati giustificano ulteriori ricerche", hanno concluso i ricercatori.

martedì 30 agosto 2011

Sindrome da rientro? Qualche consiglio e un po' di pazienza per rientrare nelle proprie vite quotidiane


Siete tornati in ufficio dopo le ferie e avete difficoltà a concentrarvi, siete colpiti da fastidiose emicranieagitazione ansia? Niente paura!
Sono sintomi passeggeri tipici della cosiddetta Sindrome da Rientro e spariranno entro una ventina di giorni

La consolazione è: siete in buona compagnia. Secondo uno studio dell’Università di Granada ben il 35% dei lavoratori tra i 25 e i 40 anni soffre della sindrome da rientro.
Un dato non preoccupante se si pensa che nell’ultimo decennio la percentuale di vacanzieri che soffre a causa del rientro è scesa dal 55% al 42%. Willy Pasini, direttore del centro OMS per la medicina del turismo, sottolinea che più lunga è stata la vacanza e più difficile sarà il rientro al lavoro e alle abitudini quotidiane: il cervello cancella i pensieri, le preoccupazioni e gli impegni; quando viene nuovamente stimolato, una volta rientrati dalle vacanze, le difficoltà risultano ancora maggiori, soprattutto per manager, professionisti impegnati e dall’agenda fitta di appuntamenti.
Niente paura, però. Basta qualche settimana per riprendere la propria vita quotidianacon lo sprint di sempre e bisogna solo dare tempo al proprio organismo e al propriocervello.
Come aiutarsi in maniera naturale?

venerdì 8 luglio 2011

Infezione letale da "legionella" contratta sul luogo di lavoro

Il fatto
I genitori e il fratello di un pubblico dipendente, a seguito dell'improvviso decesso del proprio congiunto, agivano per il risarcimento dei danni nei confronti del Ministero - datore di lavoro - sostenendo che il loro familiare, a causa della momentanea inagibilità della propria stanza, era stato trasferito in altro luogo. Successivamente al trasferimento, avvertiva dei sintomi di tipo influenzale, che, aggravatisi velocemente, ne comportavano l'immediato ricovero presso una struttura ospedaliera dove decedeva 7 giorni più tardi per ritenuta infezione da morbo patogeno "legionella", contratta sul luogo di lavoro per inadeguatezza e insalubrità degli ambienti, nonché a causa della scarsa manutenzione degli impianti idrici e di condizionamento. Si riteneva che l'accaduto avesse perfezionato una fattispecie illecita anche ai sensi del D.lgs 626/1994 in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.


Il diritto
Ad avviso del Tribunale, la circostanza che il lavoratore fosse stato esposto, per almeno otto ore giornaliere, nel periodo di incubazione della malattia, a condizioni ambientali altamente favorevoli allo sviluppo e alla sopravvivenza del batterio, la non risultanza di prove circa l'incidenza sulla malattia di fattori alternativi, l'accertata inadeguatezza dei locali adibiti a luogo di lavoro, la circostanza che nello stesso periodo un altro collega avesse contratto malattia infettiva di origine batterica (meningite) costituiscono elementi decisivi per la ravvisabilità della eziologia professionale della patologia riportata.

Esito del giudizio
Il Tribunale ha ritenuto evidente la responsabilità del datore di lavoro, su cui incombeva l'obbligo di adottare tutte le misure necessarie a garantire la salute dei lavoratori, svolgendo anche un'idonea attività di manutenzione degli impianti e dei locali ad essi in uso.
[Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net]

giovedì 2 giugno 2011

Asma occupazionale, interventi sul luogo di lavoro a confronto

Vi sono evidenze di scarsa qualità che i sintomi dell'asma occupazionale e la funzione polmonare migliorino tramite l'eliminazione dell'esposizione al luogo di lavoro. Anche una ridotta esposizione migliora la sintomatologia, ma sembra non essere così efficace come l'eliminazione totale. D'altra parte, quest'ultima è associata a un aumentato rischio di disoccupazione, al contrario della ridotta esposizione. Dunque il beneficio clinico tratto da una ridotta o abolita esposizione dovrebbe tenere conto anche del maggiore rischio di disoccupazione. Sono le conclusioni di una revisione Cochrane effettuata da Gerda J. de Groene del Coronel institute of occupational health di Amsterdam e collaboratori su 21 studi randomizzati (per un totale di 1.447 pazienti) relativi a 29 confronti fra interventi sul luogo di lavoro per asma occupazionale, controllati prima e dopo la loro adozione. In 15 studi, l'allontanamento dall'esposizione è stata paragonata a un'esposizione continua. L'allontanamento ha aumentato la probabilità del riferimento di una mancanza di sintomi (rapporto di rischio, Rr: 21,42), ha migliorato il volume espiratorio forzato, Fev1% (differenza media, Md: 5,52 punti percentuali), e ha ridotto l'iperreattività bronchiale aspecifica (differenza media standardizzata, Smd: 0,67). In 6 studi, invece, a essere confrontata con la continua esposizione è stata una ridotta esposizione. Quest'ultima ha aumentato la probabilità di segnalazione di assenza di sintomi (Rr: 5,35) ma non ha influito su Fev1% (Md: 1,18 punti percentuali). In 2 studi è stato evidenziato che dopo allontanamento dall'esposizione il rischio di disoccupazione aumenta rispetto al ricorso di una ridotta esposizione (Rr: 14,3) mentre in 3 lavori è stata riportata una diminuzione di introiti di circa il 25% dopo allontanamento dall'esposizione. Complessivamente, sottolineano gli estensori della revisione, la qualità delle evidenze è molto scarsa e occorrerebbero studi migliori per identificare interventi ottimali.

Cochrane Database Syst Rev, 2011 May 11; 5:CD006308

venerdì 20 maggio 2011

Federalismo, gli economisti temono un disastro per la sanità

La fase iniziale del federalismo, considerato che le Regioni partono con situazioni diverse sarà "lacrime e sangue" e se si procederà senza sanare le differenze regionali «sarà un disastro». Questa l'analisi dello scenario che interesserà la sanità italiana col federalismo fatta daFederico Spandonaro, docente di Economia Sanitaria all'università Tor Vergata di Roma, a margine di un convegno dedicato all'efficacia nell'assetto federale in sanità, all'Università Cattolica di Roma. «C'é una grande iniquità» aggiunge Americo Cicchetti, ordinario di Organizzazione aziendale dell'Università Cattolica «che può causare un progressivo divario tra il Nord e il Sud Italia». L'effetto dei Piani di rientro a cui sono sottoposte alcune regioni italiane è stato quello, secondo Cicchetti, di operare «tagli orizzontali invece che rendere il sistema più efficiente». Oggi si sta vivendo «una fase di transizione, in cui c'é il fondo di perequazione che salva le Regioni con performance peggiori» prosegue Cicchetti «ma queste dovranno essere pronte nel 2013 a farne a meno ed è difficile che lo siano». «La sensazione è che il federalismo non risolva da sé i problemi di iniquità» ha sottolineato Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene dell'Università Cattolica «e al momento è in corso un confronto serrato tra lo Stato, che chiede sanzioni severe e le Regioni che tentano di evitarle. Il problema di fondo è che la questione federale è stata affrontata nel peggiore momento economico dopo la crisi del '29. Ma i tempi ci sono stati dettati dalla politica».

giovedì 19 maggio 2011

Scarpe di pelle ‘made in China’ provocano dermatiti e tumori

Scarpe e sandali di pelle ‘made in China’ conciati con dosi di cromo esavalente anche 30 volte superiori ai limiti di legge. Il caso delle scarpe contaminate provenienti dall’estremo oriente sequestrate a Milano, riaccende l’allarme per la salute. Sotto accusa la conciatura senza regole delle pelli effettuata in Cina. «Il rischio maggiore indossando queste scarpe è quello di sviluppare una reazioni allergica cutanea – spiega Ivo Iavicoli, tossicologo e ricercatore dell’Istituto medicina del lavoro dell’università Cattolica di Roma – dovuta ai valori non in regola del cromo esavalente utilizzato per il trattamento del pellame». «Questa sostanza – dice all’Adnkronos Salute – è un allergene molto importante, e nel periodo estivo il rischio dermatite è anche maggiore. Soprattutto per i bambini e gli anziani che indossano le calzature senza calzini». «Il cromo esavalente è usato anche per la colorazione delle pelli – afferma Armando Zingales presidente Consiglio nazionale dei chimici – e non va sottovalutato il suo potere cancerogeno. Ad esempio attraverso un contatto prolungato della pelle della calzatura contaminata con il sudore del piede». Ma ad allarmare il presidente dei chimici italiani è anche l’esaclorofene, un disinfettante utilizzato per preservare le scarpe dalle muffe delle stive durante il lungo viaggio in nave dalla Cina verso l’Europa. «Questi importatori cinesi senza scrupoli utilizzano l’esaclorofene per disinfettare le calzature, ma così inquinano la merce con un elemento potenzialmente letale, se inalato ad alte concentrazioni». Il cromo esavalente può essere presente, ad esempio, nella carrozzeria delle automobili. E viene usato anche nella produzione del pellame italiano. «Ma i nostri prodotti d’abbigliamento – sottolinea Iavicoli – sono fatti a norma di legge e non presentano i livelli di pericolosità dei ‘cuginì asiatici. Il pericolo maggiore in quei Paesi lo corrono i lavoratori – conclude l’esperto – costretti a inalare per molte ore al giorno sostanze tossiche concentrate. Senza nessuna tutela per la loro salute».

sabato 30 aprile 2011

STATI UNITI : ASSUNZIONE A RISCHIO SE SEI UN FUMATORE

Se fumi non puoi lavorare in questa azienda. È questo l’estratto di una notizia che noi riprendiamo dal sito INAIL e che l’istituto nazionale ha a sua volta prelevato da un articolo dell’Herald Tribune, Stati Uniti D’America. Secondo quanto detto dall’Herald, in molte aziende americane sembra stia scattando il divieto di assunzione di persone fumatrici o comunque di avere dipendenti che fumino. Una prassi che si sta talmente consolidando a tal punto da inserire il controllo della nicotina nelle urine nelle visite mediche in azienda e nelle visite mediche pre assunzione.

Molti ospedali, strutture sanitarie statunitensi per esempio hanno attuato dure restrizioni sulla possibilità di avere un fumatore tra i propri dipendenti. Il tabacco non fa bene al lavoro e sta imperando il motto "aumentare la produttività dei lavoratori, ridurre i costi sanitari, e incoraggiare uno stile di vita più salutistico''.

Sono ormai abitudinali annunci di lavoro in cui si ricerca esplicitamente personale non dipendente dall’uso del tabacco. La dipendenza dal tabacco è quindi una seria discriminante

.

Gli stati in cui tutto ciò ha preso rapidamente piede sono in Florida, Massachusetts, Missouri, Ohio, Pennsylvania, Tennessee e Texas. Qui sono state bloccate dallo scorso anno le assunzioni di fumatori e qui le sigarette sono praticamente equiparate a droga illegale.


venerdì 1 aprile 2011

L'Ordine dei Medici di Ragusa dice “no” alle gare al ribasso

Dura presa di posizione dell'Ordine Provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Ragusa contro l'ennesima gara al ribasso (”Avviso pubblico per l'affidamento di incarico di medico competente”) indetta dall'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente–Corpo Forestale della regione Sicilia.

lunedì 7 marzo 2011

Parte la campagna contro la sabbiatura dei jeans, pratica che provoca la silicosi ai lavoratori

Da Febbraio 2011 parte, in tutto il mondo, la campagna internazionale per l’abolizione dei jeans sabbiati,sostenuta da Abiti Puliti e da Fair. Non è una questione di gusti, ma di diritti umani: ilsandblasting, così si chiama la tecnica usata per la sabbiatura del denim, può provocare la silicosi. Una forma acuta, che colpisce nell’arco di 6-24 mesi di lavoro. E che è, spesso, letale. Un prezzo un po’ alto da pagare, per un paio di pantaloni alla moda.
(dal Corrieredellasera.it)

Corsi di Formazione per Addetti al Primo Soccorso Aziende Cat. B-C: MARZO 2011

Elenchiamo di seguito dettagli relativi al corso di primo soccorso aziendale rivolto ad aziende di categoria B-C.
Tale corso si svolgerà in 3 giornate in data 23/03/2011- 30/03/2011 - 31/03/2011 

D. LGS. 81/2008: VALUTAZIONE ROA, ENTRATA IN VIGORE IL 26 APRILE 2010

Il Decreto Legislativo 81/2008 descrive al Titolo VIII Capo V la materia delle radiazioni ottiche artificiali (ROA); esse sono definite quali radiazioni con lunghezza d’onda compresa tra 100 nanometri sino a 1 millimetro, comprendendo dunque la radiazione ultravioletta, la luce visibile e l’infrarosso nonché, per i fasci collimati e monocromatici, i laser.

La valutazione del rischio da ROA in ambiente di lavoro è obbligatoria e disciplinata al titolo VIII capo I del citato decreto mentre il capo V entrerà in vigore il 26 aprile 2010 e pone precisi limiti alla radiazione permessa.

Di seguito si fornisce una breve trattazione relativa alla radiazione coerente (laser) ed a quella incoerente (ROA in generale, eccettuati i laser).