Sarà anche vero come dice il ministro dell'Ambiente Clini, per cercare di placare gli allarmismi, «che la mortalità per tumore nella città di Lecce è superiore a quella di Taranto», ma i dati dell' Istituto Superiore di Sanità riferiti alle emissioni inquinanti negli anni 1995-2002, bastano a confermare la gravità della situazione tarantina nella zona degli altiforni dell'Ilva. I numeri parlano chiaro.
Un eccesso di circa il 30% nella mortalità per tumore del polmone in uomini e donne, un analogo aumento delle morti per tumore della pleura e un eccesso compreso tra il 50% (uomini) e il 40% (donne) dei decessi per malattie respiratorie acute, associato a un aumento di circa il 10% nella mortalità per tutte le malattie dell'apparato respiratorio. Se non bastasse, le perizie richieste dalla Procura parlano di un'incidenza di tumori, anche tra i bambini, più alta nelle zone vicine all'Ilva. Se a questi dati, già sufficientemente preoccupanti, si aggiungono quelli riferiti all'aggiornamento 2003-2008, che, secondo le indiscrezioni dei giorni scorsi mostrerebbero una situazione invariata, il quadro è veramente inquietante. Il Governo per ora continua a gettare acqua sul fuoco, preannunciando nuovi dati sulla mortalità in arrivo il 12 ottobre. «Stiamo attendendo conferme relative a tre profili» ha affermato il ministro della salute Renato Balduzzi, ieri alla conferenza di presentazione del progetto Sentieri. «La prima è che su un arco di 12 anni c'é una variazione dell'esposizione per alcune patologie. Inoltre stiamo elaborando i risultati di un monitoraggio biologico per valutare una criticità relativa ai prodotti caseari. Infine, saranno presentati i risultati di uno studio nazionale sull'inquinamento dei mitili. Tutti questi dati dovrebbero essere presentati il 12 ottobre» ha concluso il ministro. Mentre il Governo si documenta, il sequestro degli impianti inquinanti dell'Ilva da parte della magistratura è passato alla fase esecutiva ieri, proprio mentre l'azienda presentava un piano di risanamento mettendo sul piatto 400 milioni di euro. Quanto ai dati epidemiologici in mano alla magistratura, che sembrerebbero più aggiornati, i ministri smentiscono. «Non credo che la magistratura abbia elementi diversi dai nostri» sottolinea Balduzzi.
Marco Malagutti
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