venerdì 4 ottobre 2013

Salute e lavoro, Apostoli (Simlii): molto si può fare anche in tempo di crisi


Chi sta bene lavora meglio, rende le aziende più competitive e migliora la qualità dei beni e dei servizi prodotti: questo assunto sta alla base della Giornata nazionale della medicina del lavoro celebrata ieri e coronata da un convegno in Senato. Pietro Apostoli, presidente della Società italiana di medicina del lavoro (Simlii) ha fissato l’obiettivo di «mettere al centro dell’attenzione, proprio mentre si cerca di uscire dalla crisi, la promozione della salute: elemento essenziale non solo per la tutela dei lavoratori ma anche per l’avvenire delle aziende». 
Ci si propone innanzitutto di ridurre ulteriormente gli infortuni sul lavoro, che sono fortunatamente in calo (da 990mila nel 2002 a 725mila nel 2011), ma anche le malattie da lavoro, che sono invece in aumento e secondo alcune stime sarebbero il quadruplo degli infortuni. Ancora più gravi sono le conseguenze sulla salute della disoccupazione: una ricerca ha mostrato un rischio da doppio a triplo di mortalità per malattie croniche, tumori, infarto, suicidio, e di oltre sei volte per overdose. Se agire su questi scenari è complesso e richiede un impegno ad ampio raggio, alcuni interventi potrebbero essere messi in cantiere più facilmente: «bisogna ridurre la burocrazia! – sollecita Apostoli - Questo ambito è governato da una legge che ha 308 articoli e 51 allegati, mentre negli altri Paesi europei si va da 20 a 50 articoli. C’è dunque bisogno di semplificare e di affidare alla legge solo compiti di indirizzo generale; vogliamo arrivare a una nuova legge che abbia al centro la semplificazione e determini un corretto rapporto tra le leggi, norme tecniche e buone pratiche. Si tratta di responsabilizzare i datori di lavoro, i lavoratori, ma anche dei professionisti della prevenzione, tra cui i medici». Le istituzioni sono l’interlocutore principale, ma fa impressione che l’incontro si svolga al Senato, proprio alla vigilia di un altro che potrebbe porre fine allo stesso governo: «l’instabilità politica ha già causato molti rinvii, - rileva Apostoli – speriamo che si creino le condizioni perché temi così importanti trovino ascolto».

Renato Torlaschi

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